Aurora sorge, proprio come un alba, dai sogni di alcuni giovani amici che alla fine degli anni ’70 vedono nella “terra” il loro futuro. Una scelta insieme di vita e di lavoro, di qualità e di coerenza all’insegna del rispetto per la natura.
Ora, dopo quasi 40 anni, Aurora è al tempo stesso punto di riferimento e momento di partenza per nuove sfide.
Oggi parlare di coltivazioni biologiche, di prodotti naturali, di biodinamica sembra quasi una moda. Sono idee che Aurora ha da sempre praticato; i risultati, etici ma non solo, sono molto positivi e spingono a proseguire nella stessa direzione perché l’unica via possibile è solo quella della qualità sostenibile: buono, anzi ottimo, ma genuino.
Ora inizia il tempo delle nuove generazioni; l’età, 25 anni, è la stessa di chi ha cominciato; la prima è stata una sfida totale, irta di incognite ma ricca di aspettative; ora si tratta di proseguire su un solco già tracciato, che ha fatto da apripista a tante altre aziende dando anche vita ad una nuova realtà associativa di recente costituita: Terroir Marche.
Ma i giovani sono la linfa vitale; giovani uomini che si confrontano con la terra, il clima, gli elementi naturali. Il mondo del vino paradossalmente si deve evolvere proprio per rimanere fedele a sé stesso ed anche i produttori più “convenzionali” si stanno convertendo. Oggi Aurora ha trentadue ettari di terreno: dieci di vigneto, due di uliveto, uno di frutta, soprattutto albicocche, cinque di seminativo ed il resto sono boschi ed i caratteristici “calanchi”. Produce soprattutto vino; in realtà non è che lo produce lo sa fare – bene –, dando la giusta rilevanza ai vari elementi che lo compongono: la terra, la vigna, la luna e il sole, il vento e la pioggia, il lavoro dell’uomo.